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Massimiliano Rosolino alle gare sociali del Nuoto Aurelia

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a cura di Edyth Cristofaro

Massimiliano Edgar Rosolino, ex nuotatore della nazionale italiana, è stato campione alle Olimpiadi di Sydney 2000, terra natia della madre: bronzo nei 200 sl, argento nei 400 sl  e oro indimenticabile nei 200 mx dove ha ottenuto anche il record olimpico.

Campione mondiale a Fukuoka nel 2001 nei 200 m misti dove ha confermato il suo titolo olimpico vincendo e ottenendo così quello che è stato definito un “grande slam” (vincere nella stessa gara i Giochi olimpici, i mondiali e gli europei) e medaglia d’argento con la staffetta 4×200 m stabilendo il primato europeo.

Tra il 1995 e il 2008 è stato quattordici volte campione europeo e 60 volte a medaglia tra Giochi Olimpici, Campionati Mondiali ed Europei, insomma, un curriculum di tutto rispetto che ha contribuito a rilanciare la nazionale nuoto italiana nella rosa dei “più forti”.

Come sei impegnato oggi? Lo sport ha ancora un ruolo di primo piano nella tua vita?

Fondamentalmente credo che quando uno smette di fare attività agonistica, scopre qual è il sapore vero della vita. Sto scoprendo ora all’età di 37 anni che la vita da sportivo e da ex sportivo riserva un sacco di sorprese, comunque belle se uno ha voglia di impegnarsi. Attualmente, due volte a settimana, di media, sono impegnato come Direttore Tecnico di un impianto sportivo a Napoli: vedo i bambini che crescono e imparano, ho a che fare con la clientela, organizzo quello che chiamo il “saggio” di fine anno. Abbiamo una struttura che ha circa 2000 utenti tra scuola nuoto, nuoto libero e fitness. La stessa cosa avvierò a breve in Provincia di Roma, al Villaggio Doria. Poi ci sono varie collaborazioni, tra cui quella della FIN collegata ad Arena, un viaggio itinerante che si chiama “Acqua Amica” che promuove lo sport tra i bambini delle scuole, e “Swim your best” dedicato ai Campioni del settore giovanile. Inoltre, sono legato alla famiglia McDonald: stiamo organizzando delle feste in piazza che sono nate come campi estivi, legate al CSI, come promozione dello sport in generale.


Oggi hai potuto fare da “padrino” ai giovanissimi atleti della nostra scuola nuoto, che valori insegna lo sport a livello agonistico e non solo? In che modo è portatore di valori positivi nella vita dei bambini?

Proprio perché ho vissuto sulla mia pelle l’attività agonistica non sono un malato di “agonismo”. Anche se credo che sia importante avere come obiettivo qualcosa che dia un risultato. Io punto sull’attività fisica e quella del nuoto è un po’ una sorta di ABC delle attività. Negli ultimi 10 anni si sono ridimensionate le morti per annegamento, quindi le attività in piscina, secondo me sono importanti per chiunque, da pochi mesi vita a novant’anni. I valori sono quelli che si dovrebbero mettere in pratica nella propria vita sempre. Tramite lo sport abbiamo l’opportunità di educare i bambini a cavarsela, ad impegnarsi, a stare insieme e ad aiutarsi.


Lo sport è divertimento, salute, ma anche sacrificio per raggiungere un risultato, come si possono secondo te comunicare e diffondere questi valori nel mondo del nuoto, affinché prevalga la positività nel concetto di “sfida” (o gara)?

Quando si parla di obiettivi è chiaro che si parla di un obiettivo personalizzato, è inutile avere come metro di giudizio quello che fa un altro, piuttosto direi che è virtuoso prenderlo come punto di riferimento se è più bravo, in questo caso l’imitazione è un atteggiamento decisamente positivo. In ogni caso, tempo al tempo: lo sport insegna che oggi non riesci a fare una cosa, ma domani se ti impegnerai sarai in grado di farlo anche tu, la buona volontà ripaga. Sta a noi insegnanti trasmettere messaggi positivi e propositivi, l’ultimo posto non esiste se hai dato il tuo massimo, i bambini attraverso lo sport imparano così anche ad avere rispetto di chi è arrivato “dopo”, occorre insegnare subito che la vittoria non è la cosa primaria.


Il nuoto è uno sport di squadra più di quanto non si creda, in che modo?

Io sono stato uno che ha nuotato molto anche da solo, gli anni più belli della mia carriera li lego però a quando facevo parte di una squadra un po’ più grande. Di certo, ho nuotato per tanto tempo proprio perché avevo al mio fianco persone con cui ci siamo, in qualche modo, “fatti compagnia”. Il traguardo nel nuoto è individuale, ma il trasporto deve essere collettivo. Il nuoto è uno sport individuale perché si gareggia quasi sempre da soli, ma è bello lo spirito di squadra, per cui ci si consola e si gioisce insieme. E’ così che uno sport è anche divertimento.


Grazie a Massimiliano per esserci venuto a trovare, per averci dedicato il suo tempo in questa breve chiacchierata, speriamo di rivederlo presto. E a tutti i nostri giovani campioni: in bocca al lupo!

(Foto a cura dello studio fotografico “Immagini di Paolo)

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